Si tratta di una ormai famosa sagra, che si protrae per dieci giorni circa. E’ festa che possiede un carattere religioso, in primo luogo, senza dimenticare l’aspetto tradizionale, folklorico e certo economico commerciale. Coincide con la festa del patrono del paese (San Sperate) e prende avvio il 17 di luglio. La cittadina viene addobbata a festa, con bandiere colorate, festoni e palchetti le cui scenografie sono davvero interessanti, e che ripercorrono la vita che doveva essere del paese, anticamente. Le bancarelle sono collocate nelle vie principali e consentono non solo la degustazione del prelibato frutto, prodotto principale dell’economia di San Sperate, ma anche l’acquisto. Sono inoltre promossi ed esposti i prodotti tipici dell’artigianato della zona, che con l’occasione vengono fatti conoscere ai turisti e visitatori. Alcune delle più antiche case della zona, aprono ai presenti e li ospitano per dei tradizionali pasti, cucinati secondo ricette tramandate di generazione in generazione e divenute oramai storiche. Vengono inoltre allestiti dei temporanei musei nei quali vengono esposti oggetti di antiquariato, utilizzati un tempo per i lavori nei campi. Non mancano le mostre di pittura, il turista avrà la possibilità di osservare i vari murales, lasciarsi trasportare dagli spettacoli folklorici e musicali e infine assistere alla sfilata in costume che ogni anno si accompagna ai festeggiamenti per il Santo. Una processione di uomini e donne vestiti con l’abito antico trasportano il simulacro del Santo per le vie del paese. Come sottofondo il dolce suono delle launeddas.
Curiosità: Le reliquie del Santo, ancora oggi trasportate in processione provenivano dal nord Africa. Giunsero a San Sperate, allora chiamata Valeria, quando il re vandalico Trasamondo, nel 507-508, inviò i vescovi cristiani in Sardegna. Questi, per sottrarle alla furia vandalica, portarono con se le reliquie di differenti Santi, quelle di San Sperate appunto, e quelle di Sant’Agostino, custodite oggi in Cagliari.
Claudia Zedda