Aritzo assomiglia, più che ad un paesotto reale, a uno di quelli da fiaba. E’ circondato da castagneti e noccioleti e da una fitta vegetazione, abbarbicato e protetto dal monte Genna de Crobu, incorniciato dal bastione calcareo del monte Texile. E dal 1972, in questo borgo incantato si svolge una delle sagre forse più famose di tutta l’isola. Questa si colloca entro il circuito “Autunno in Barbagia”, ma ha acquistato, vuoi per gli anni di presenza, vuoi per la qualità dei prodotti promossi, una assoluta autonomia. La regina è la castagna. E se vi è capitato di partecipare alla festa, o ne avete intenzione, scoprirete che in Aritzo, in occasione della festa, potrete degustare il frutto in tutti i modi immaginabili. E non solamente assaggiarlo in loco, ma acquistarne grosse quantità a mò di bottino, che condurrete poi nelle vostre case.
La festa ha inizio ogni anno in Ottobre ed il sogno prende avvio prima ancora di raggiungere la meta. A lato strada troverete ricci che custodiscono il prelibato frutto, alcuni vuoti, altri ancora a protezione della castagna. Un percorso tracciato insomma che vi condurrà presto al paese. La sagra si snoda lungo la via principale. Potrete trovare esposti, passeggiando fra fiumi di gente, non solamente castagne, ma prodotti dell’artigianato sardo, e risultati dell’impeccabile enogastronomia isolana. Squisita la granita tipica della Sardegna, prodotta a mano, secondo tradizione. Uno spettacolo per la vista prima e per il palato poi. Ottime, oltre le castagne certamente le nocciole, delle quali Aritzo si può vantare di essere grande produttrice.
Curiosità: il nome Aritzo sarebbe la degradazione del più antico eritzu letteralmente riccio, ad alludere sia all’animale, sia alla custodia delle castagne, di cui abbondano le foreste che circondano il paese.
Claudia Zedda