Itinerari a sorpresa: la Domus di Capo Ferrato

  La cosa più bella della zona di Capo Ferrato, immediatamente dopo la costa e il faro, il mondo subacqueo e le spiaggette è il Monte Ferru, il Monte di Ferro, come lo chiamo io. E’ il colore della terra, delle colline e la forma delle pietre, ad avvisarti che qualche cosa sta cambiando, non […]

 

La cosa più bella della zona di Capo Ferrato, immediatamente dopo la costa e il faro, il mondo subacqueo e le spiaggette è il Monte Ferru, il Monte di Ferro, come lo chiamo io. E’ il colore della terra, delle colline e la forma delle pietre, ad avvisarti che qualche cosa sta cambiando, non solo nel paesaggio, ma pure nell’aria.

Il fine settimana scorso il mio caro Monte di Ferro mi ha riservato una piacevolissima sorpresa: visto che c’era un po’ più vento di quanto richieda una piacevole giornata di mare mi sono messa alla ricerca di qualche escursione, non troppo faticosa, e non troppo lunga. Chiedi che ti richiedi incappo in un gentilissimo conoscente che mi propone di andare a far visita a quella che alcuni chiamano una caverna, ma che non è proprio una caverna, è una Domus de Janas. Mi chiede se so di cosa si tratta. Sorrido. Più o meno dico io, e ci incamminiamo.

Cerca di spiegarmi che questa Domus si trova proprio sotto il Monte, ma notando che io non riesco a intuire con precisione dove, mi guida lui stesso. Le indicazioni per la Domus non esistono, ma noi l’abbiamo trovata seguendo il cartello di legno “Percorso Naturalistico” che conduce direttamente a un piccolo cancelletto verde, di quelli che ti separano quasi sempre da una bella sorpresa. Arrivare alla Domus potrebbe essere più facile se qualcuno tracciasse un sentiero, e il conoscente in effetti insiste durante tutta la risalita che sì, un sentiero dovrebbero proprio tracciarlo.

Io intanto socializzo da lontano con due caprette che ci osservano dall’alto, bianche e nere e con il lentischio fitto ed elastico che sembra voglia trattenerci. Niente da fare: abbiamo la meglio sul lentischio e sull’euforbia. Ariviamo sullo spuntone roccioso che nasconde la Domus. Io ho un po’ di timore, come direbbe ogni buon cagliaritano, sono un pochino “drolla”, ma ce la faccio, supero lo spuntone ed eccola lì quella piccola Domus che ci aspetta. E’ scavata dentro una roccia morbida, composta da poche e semplici stanze, silenziosa e sonnolenta. E’ semplice, ne esistono di più belle, ma a renderla unica è il paesaggio che da lassù si può ammirare. Tutta la costa ti si inchina davanti, coperta da una bassa bruma di fine mattinata: i colori il sole li fa più vividi e sinceri, e il mare è una distesa liquida e calda che da la su, sembra lontana anni e anni di cammino.

Non so se la Domus abbia un nome: io l’ho chiamata della T rovesciata, che mi è parso di intravederne una incisa, dall’uomo credo io, ma forse è stato solo uno scherzo di Mamma Natura. Mentre ritorniamo verso le macchine ripenso al sentiero che dovrebbe essere tracciato da chi di dovere… o forse no?

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