Il Pane del Diavolo, l'ultima magìa di Maria Lai

Esistesse in carne ed ossa, il Diavolo resterebbe fulminato davanti alla visione mozzafiato che si scorge dalla piazza di San Lorenzo incastonata tra antiche case di pietra, terrazza sulla vallata di lecci e macchia mediterranea interrotta da piccoli orti dove prospera la mela a ”trempa orrubia”. A Ussàssai il Diavolo è il fantasma dello spopolamento, […]

Esistesse in carne ed ossa, il Diavolo resterebbe fulminato davanti alla visione mozzafiato che si scorge dalla piazza di San Lorenzo incastonata tra antiche case di pietra, terrazza sulla vallata di lecci e macchia mediterranea interrotta da piccoli orti dove prospera la mela a ”trempa orrubia”.

A Ussàssai il Diavolo è il fantasma dello spopolamento, frutto di una Politica miope che alimenta il circuito perverso dell’individualismo e della miseria . Il rito esorcista ha inizio nell’ emiciclo magico di Santu Larentu delimitato dalle sedie occupate dagli abitanti del paese, rinforzati per l’occasione da qualche emigrato rientrato per le ferie e dalla gente accorsa dai paesi vicini per assistere all’ultima magìa di Maria Lai.

Negli ultimi anni della sua vita,il pensiero dominante di Maria era quello di poter sconfiggere il diavolo, ricettacolo di negatività e di morte, utilizzando il simbolo per eccellenza del bene:il pane della vita, degli affetti e della solidarietà. Nasce la formula magica del Pane del Diavolo: mangiare il pane per sconfiggere il demonio e il male che esso rappresenta. Il sassofono di Gavino Murgia inonda la piazza con note musicali che corrono tra il jazz e le antiche litanie nuragiche mentre Maria Serrau, vestale di un paese mai rassegnato, sussurra al microfono <<Lola non è più con noi. Avrebbe voluto essere presente a questo rito che noi portiamo avanti nel suo ricordo, grati per la speranza che ci ha saputo regalare>>. La magia della serata prosegue con la lettura di una favola tratta dal libro ”Miele amaro” di Salvatore Cambosu. Lola Lai, che dello scrittore di Orotelli era amica ed estimatrice, aveva ”illustrato” con un libro di stoffa la favola di Maria Pietra.

Sofia Pisu, nipote dell’artista di Ulassai, incanta l’uditorio leggendo la storia della mamma che non si ferma davanti a nulla per tentare di salvare il figlio” cuore mio” condannato a morire di una malattia inesorabile quanto misteriosa. Intanto il libro di stoffa realizzato da Maria scorre tra le mani dei presenti che lo sfogliano e lo accarezzano come in un rito propiziatorio. La morale che promana dalla leggenda di Maria Pietra è evidente:l’Arte ci può salvare, a patto che l’ Artista non pensi egoisticamente a se stesso ma al bene della collettività. La suggestione prosegue con il rito del pane, anzi del Pandemonio,come lo chiamava Maria Lai. Le donne di Ussàssài hanno realizzato, come aveva indicato l’artista scomparsa, forme di pane ispirate ad animali orribili e figure sataniche. La prima sensazione che provi a spezzare quel pane e mangiarlo è la sintonia inquietante con il rito cruento degli antichi nuragici che mangiavano il cuore del nemico appena ucciso in battaglia. Il pane di grano duro cucinato nel forno a legna suscita però emozioni di ben altro registro. Profuma di Terra Madre e si scioglie in bocca; ancora meglio se accompagnato da uno spicco di formaggio e da un bicchiere di vino che racchiudono i profumi del corbezzolo e dell’erica, Gli organizzatori dell’ evento sono soddisfatti e fiduciosi. Il prossimo anno la cerimonia del Pane del Diavolo verrà ripetuta e diventerà appuntamento fisso nella storia di Ussàssai, un tassello nel difficile percorso di far decollare un turismo montano basato sulla cultura e le suggestioni che sa offrire questo paese, dove il silenzio ed i ritmi lenti della vita quotidiana mantengono un valore incommensurabile. Da tempo l‘associazione Trempa Orrubia e il sodalizio degli ussassesdisterraus hanno preso a cuore le sorti del loro paese e stanno lavorando, di concerto con la Pro loco, per valorizzarlo e limitarne lo spopolamento. In occasione della serata dedicata al Pane del Diavolo è stato distribuito il secondo numero di Nòvas de Ussàssa, , il periodico dell’associazione.

In vista della prossima edizione verrà indicata, su suggerimento di Maria Serrau, la piazzetta belvedere da intitolare a Maria Lai, artista d ‘Ogliastra con respiro universale. La piazza sarà un luogo di meditazione e di pensieri positivi come quelli che solo l’Arte può ispirare. Il Diavolo è avvisato. Farebbe bene a girare al largo, d’ora in poi, dal paese magico delle mele, quelle con la guancia rossa.

 

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